Maladaptive Daydreaming e regolazione emotiva – I Risultati

Maladaptive Daydreaming e regolazione emotiva

In questo articolo vi parleremo dei risultati che sono stati raggiunti dalla ricerca svolta dall’Università degli Studi di Padova. Prima di illustrare lo studio, è bene tenere in considerazione che ci sono già degli studi che indagano l’importanza di questo aspetto in relazione al MD. 

Le tre ipotesi di questa ricerca 

La ricerca in questione si concentrava sull’analisi della relazione tra MD e regolazione emotiva e si basava su tre ipotesi.

La prima ipotesi dello studio si concentrava sulla possibilità che ci fosse una differente regolazione emotiva tra i MDers e i non-MDers, ed in particolare che i MDer avessero più difficoltà a regolare le proprie emozioni rispetto alle persone che non soffrono di MD. Per questo motivo la ricerca si è svolta su dati provenienti sia da MDers sia da non-MDers.

La seconda ipotesi indagava l’influenza che la capacità di regolazione emotiva potesse avere sul MD in presenza di sintomi di ansia. E’ constatato infatti che la presenza di ansia riduca la capacità di regolare le emozioni, pertanto si è cercato di comprendere il concatenarsi tra ansia-regolazione emotiva-MD.

Infine, è stato ipotizzato che la difficoltà di prendere decisioni durante momenti negativi potesse essere un’altra variabile che influenzasse il MD, nel caso sussistesse una difficoltà di regolazione emotiva, come da prima ipotesi. 

 

Gli stupunti della ricerca 

Alla base di questa ricerca ci sono questi articoli:

 

L’angolo della ricerca 

Vi ricordiamo che potete sempre consultare anche la nostra area dedicata alla ricerca, dove abbiamo selezionato gli articoli scientifici più rilevanti Qui

Se siete interessati a rimanere sempre aggiornati sulla ricerca legata al MD, vi ricordiamo che la ICDMR (Consorzio Internazionale sulla riceraca sul MD) carica regolarmente tutti gli articoli che vengono svolti sul MD. Link Qui

I risultati della ricerca 

Per quanto riguarda la prima ipotesi, è stato fatto un confronto tra i due gruppi (MDers e non-MDers) per vedere se sussisteva effettivamente una differenza.
Effettivamente, è stato possibile constatare che tra di essi ci fosse qualcosa di diverso nella regolazione emotiva: in particolare, i MDers incontrano maggiore difficoltà a distrarre la mente dalle emozioni e a sviluppare un’auto-consapevolezza delle stesse.

Un dato interessante e non scontato riguarda il fatto che i non-MDers percepivano maggiormente le emozioni negative, al contrario dei MDers. 
Questo potrebbe suggerire che il MD possa fun
gere da protezione e/o distrazione dalle emozioni negative troppo intense.

Per quanto riguarda la seconda ipotesi, è  stato possibile osservare che in presenza di ansia, una minore capacità di gestione emotiva favorisce l’utilizzo di MD. 

Infine, si è constatato invece che la ridotta capacità di prendere decisioni durante i momenti negativi sia non ha nessuna influenza diretta sul MD. 

Questo studio è stato principalmente confermativo per quelle che sono anche le ricerche già fatte sul MD e la regolazione emotiva, e in parte esplorativo per poter indagare anche le relazioni con altre variabili.

Inoltre, lo studio si è limitato alla regolazione emotiva e il MD, oltre che essere limitato nel tempo. Per questo è importante anche capire che l’interpretazione che è stata data è basata parzialmente sulle conoscenze della materia e lo studio fatto della letteratura. Per questo motivo, invitiamo a considerare queste interpretazioni dei dati come indicative e non definitive, dato che sarebbe necessario approfondire maggiormente il legame tra MD e regolazione emotiva anche analizzando altri aspetti, come ad esempio i contenuti stessi della fantasia. 

 

Conclusione

Ringraziamo vivamente i soci di Maladaptive Daydreaming Italia, la community online e tutti coloro che si sono resi disponibili a divulgare la ricerca e che hanno spontaneamente partecipato ad essa rispondendo al questionario.

Vi informiamo anche che questo breve articolo sarà accompagnato successivamente da una live che si terrà su Facebook, sulla pagina del nostro sito, in cui verranno discusse meglio anche le implicazioni cliniche. Inoltre, in contemporanea saranno discussi anche i risultati di una ricerca affine svolta dall’università di Parma. Sarà possibile fare degli interventi e poter porre dei quesiti, qualora ci fossero dubbi.

Potete trovare la registrazione della live in cui abbiamo presentato questi risultati nella nostra pagina Facebook.

Responses

Translate »